Santa Chiara Protettrice delle Ricamatrici

La leggenda narra che Santa Chiara, sebbene colpita “da grave infermità che l’aveva costretta al giaciglio, si faceva sollevare e sorreggere con sostegni e seduta filava delicatissimi tessuti”.

Questa tradizione è stata tramandata per anni e anni all’interno dei conventi; le clarisse amavano realizzare piccole guide che insegnano le ricette per la piccola creatività da esercitare nel chiuso dei conventi.

Le istruzione delle tecniche di  tessitura e dei punti di ricamo venivano ricopiate a margine di altri testi, potevano essere appresi dalla voce delle compagne, imparati imprecisamente e per sentito dire, trascritti o imitati insieme ai disegni del ricamo in quadernetti-zibaldone dall’uso comunitario.

Le Clarisse del monastero di Santa Chiara trascorrevano così la giornata in preghiera e dedicandosi a svariate attività, dalla cura dell’orto alla tessitura e al ricamo per esigenze proprie e per esaudire le richieste provenienti dalle nobili famiglie.

Fonte: Google Libri


E’ possibile vistare il Museo di Santa Chiara per ammirare la collezione di arredi liturgici, reliquiari – tra questi ricordiamo quello bellissimo, donato dalla famiglia Buonaparte nel XVIII secolo, in ebano e avorio – e manufatti artistici portati in dote dalle fanciulle che prendevano il velo, ma anche di splendidi lavori di ricamo eseguiti dalle stesse monache, tra cui alcuni meravigliosi paliotti in seta (dal latino pallium, il drappo con il quale si rivestiva l’altare).

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