Il Patchwork

ll patchwork è un termine inglese che tradotto letteralmente significa  patch – pezze e work– lavoro. Si tratta di una forma di artigianato tessile creativo che consiste nel cucire insieme pezzi di tessuto di diverso colore e dimensione. Il disegno più grande per il patchwork è solitamente basato su una ripetizione precisa di modelli geometrici realizzati con stoffe colorate o a fantasia.

Occorre prestare molta attenzione nel ritagliare su stoffa i modelli geometrici, tutte le sagome devono avere una dimensione regolare ed essere ritagliate accuratamente in base alla forma geometrica scelta, in questo modo sarà più semplice cucire i pezzi di tessuto evitando pieghe ed eccessi di tessuto. Potrai realizzare coperte, cuscini, tappeti e tovagliette individuali, decorazioni per la casa e giochi per bambini.

Il patchwork è stato rivalorizzato in questi ultimi anni diventando uno degli hobby più importanti praticato dalle donne sia in Europa che in America. E’ inoltre considerato un’arte creativa in cui vengono messe alla prova la pazienza e la precisione di chi lo pratica.

Questa antica tradizione è stata tramandata di generazione in generazione dalle donne le quali riciclavano pezzetti di tessuti da altri capi per rattoppare gli indumenti. Una vera e propria tecnica di cucito ingegnosa e fonte di espressione creativa.

I primi patchwork che consistono in veri e propri rattoppi, risalgono all’epoca medievale. Nei castelli scozzesi si era soliti utilizzare tutti gli scarti di stoffa per realizzare coperte utili per ripararsi dal freddo gelido.

Durante il periodo delle crociate gli uomini scoprono in oriente nuovi tessuti, pregiati e molto raffinati e li portano con se in Europa per far si che le donne utilizzassero questi preziosi arabescati per confezionare vestiti per ricchi signori; gli scarti venivano quindi utilizzati dalla servitù per creare copriletti e tappetti in patchwork.


 

 

Era proprio la gente più povera e umile che utilizzava questa tecnica. Pian piano il patchwork entrò a far parte anche dei  passatempi delle nobil donne; La  regina Elisabetta oltre ad avere la passione per il ricamo, durante il periodo di prigionia, confezionò diversi lavori in patchwork come passatempo e per evitare di annoiarsi e cadere in solitudine.

 

E così come per i samplers anche i lavori in patchwork entrarono a far parte della biancheria per la casa in Inghilterra e successivamente in America. I pionieri americani  riciclavano le parti in condizioni migliori dei capi ormai consunti per la riparazione di altri capi o per la realizzazione di nuovi, in particolare coperte imbottite con foglie di tabacco, cotone, ecc Mentre gli Irlandesi in patria imbottivano le trapunte con lana raffinata di pecora.

 

Le giovani fanciulle erano entusiaste di accoppiare colori, tessuti e forme geometriche, esprimendo la loro creatività. Esse durante la Guerra di secessione cucivano insieme ritagli di stoffa per realizzare coperte e morbidi cuscini per gli uomini che combattevano.

 

Il patchwork si affermò non sono in Inghilterra e in America ma anche in diverse parti d’Europa. In Italia si è diffuso a partire dalla metà degli anni novanta con l’importazione dei tessuti specifici e della relativa attrezzatura e la diffusione dei primi corsi relativi.

 

La tecnica è tutt’oggi molto utilizzata per la realizzazione dei quilt: trapunte la cui parte superiore è composta dal lavoro in patchwork, un mollettone (imbottitura in cotone o sintetico) e da un telo inferiore (backing) di solito in mussolina e una chiusura fatta con lo sbieco (binding), che serve per chiudere e decorare i bordi del quilt.  Il quilt viene infine decorato con delle “impunture” chiamato quilting, che poi dà il nome al manufatto finale.

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