Le Origini del Ricamo

Si è cercato sin dall’antichità di risalire alle origini del ricamo ma fino ad oggi non abbiamo elementi che possano fornirci una data ben precisa. Si suppone che l’arte del ricamo abbia avuto origine sin dalla notte dei tempi!

Partiamo dal fatto che l’uomo si distingue da tutti gli altri essere viventi poichè oltre ad avere l’istinto dell’utile è anche capace di esprimere sentimenti tra cui il sentimento del bello: cioè il gusto dell’ornamento.

Il ricamo è una delle prime manifestazioni pratico espressive del buon gusto raffinato e spesso elegante riferito inizialmente all’abbigliamento e con il passare degli anni agli accessori e alla biancheria per la casa.

Per comprendere l’evoluzione del ricamo dobbiamo affidarci alle fonti storiche, alla cultura dei diversi popoli e alle tradizioni che ci sono state tramandate fino ad oggi.

Erodoto e Plinio nei loro scritti parlano del commercio delle tele egizie, delle tele di lana e di bisso adornati con simboli e figure di uomini, animali e piante, con filati d’oro, di lana, di cotone, di lino ed altre sostanze.

Altre fonti storiche fanno riferimento ai Babilonesi, i Persiani, i Frigi, i Fenici, anche queste popolazioni conobbero e praticarono l’arte del ricamo. Questi popoli amavano l’eleganza ed il lusso i loro abiti erano raffinati e unici nel loro incomparabile splendore. Gli abiti dei babilonesi erano molto conosciuti e si distinguevano da tutte le altre popolazioni orientali, anche i tappeti venivano intessuti utilizzando filati dai colori brillanti e ricamati con figure di uomini e di animali.

Ricercando tra gli scritti più antichi ecco menzionato l’utilizzo dell’ago frigio e del telaio babilonico.

Plinio attribuisce ai Frigi come gli inventori del ricamo con ago. La popolazione dei Frigi si stabilì in Anatolia nel XII secolo a.C., fondo’ il regno di Frigia con capitale Gordio. Essi erano noti per le loro abilità artistiche e musicali, e per le loro leggende mitologiche. Si tratta di un popolo appassionato del ricamo con ago: le donne adornavano con coloratissimi ricami le camicie, la biancheria e le tele dei divani. I loro disegni sono pieni di gusto e molto originali.

Chi diffuse l’arte del ricamo? Il nostro sguardo si sofferma sui Fenici che, mercanteggiando non solo con i paesi limitrofi, ma anche con i paesi oltre mare: Grecia e Italia, iniziarono a diffondere la meravigliosa arte del ricamo. Omero, Teocrito e Virgilio, attravero le loro importantissime opere, ne danno testimonianza nei loro versi.

Omero ci fa sapere che in Grecia anche le donne nobili si occupavano di lavori femminili quali il ricamo e la tessitura. Elena per esempio riceveva in dono un cestello d’argento per conservare il filato e un fuso d’oro. Dopo l’impero di Cesare, i Romani amavano indossare vesti ricamate.

Per festeggiare sontuosamente trionfi e vottorie, l’imperatore Augusto, rivaleggiando con lo sfarzo di Antonio e Cleopatra in Egitto, aveva ordinato un’enorme quantità di stoffe provenienti dall’Asia, ricamate dai Persiani.

Metelio Scipione aveva pagato 80.000 sesterzi delle coperte da letto provenienti dalla Babilonia anche esse ricamate. L’imperatore Eliogabalo aveva fatto ricamare per le sontuose tavole del suo palazzo delle tovaglie, spendendo una somma cospicua di denaro.

L’arte bizantina prese forma e si svilupparono in occidente delle vere e proprie industrie artistiche. Il ricamo praticato soprattutto dagli uomini divenne una vera e propria arte. I Bizantini vantavarono di una grande reputazione in tutto cio’ che consisteva l’arte del tessere e ornare tessuti e drappi.

Molti artisti orientali si trasferirono nei paesi occidentali specialmente in Italia, Francia e Spagna per esercitare la loro arte. Intorno al 1000 l’arte del ricamo veniva praticata nei conventi.

Le relazioni fra i popoli orientali e la Sicilia si fecero sempre più intense, tra cultura e tradizioni, l’arte del ricamo prese sempre più forma, si intensifico’ durante la civiltà greca e successivamente quella romana.

Sappiamo bene che la Sicilia fu dominata da diverse popolazioni, Bizantini, Arabi, Normanni che raggiunsero ed affermarono nell’isola il massimo grado della loro potenza, è proprio in quegli anni l’arte dei merletti e dei ricami, venne largamente coltivata.

Gli Arabi portarono in occidente ori, argenti, filati pregiati e trasmisero il segreto del ricamo, un’arte rimasta ancora oggi patrimonio da salvaguardare, diffondere e tramandare. L’arte del ricamo intatta in tutta la sua bellezza non potè mai essere cancellata da nessun’altra dominazione.

Che cosa è il Tiraz? E’ parte importantissima e indispensabile di ogni corte musulmana, il luogo e l’opificio dove venivano lavorate tutte le stoffe, dove venivano eseguiti i ricami e realizzati lussuosi tappeti. Il Pallio è un capolavoro dell’arte araba e la magnificenza di questo incomparabile ricamo d’oro e di perle sulla porpora, attesta il gusto squisito di quel popolo d’artisti.

Dopo lo splendore della dominazione bizantina ed araba, seguì la dominazione normanna. Le regine normanne impararono presto delle donne di Sicilia ad apprezzare i ricami ed è per questo che il lusso e l’amore degli ornamenti continuo’ a diffondersi. I motivi e i disegni orientali nella biancheria e nei capi d’abbigliamento rimasero ancora per diverso tempo prima che il ricamo a colori cedesse il posto a quello in bianco e ai merletti.

Intanto fiorivano a Venezia i ricami con perle colorate che si eseguivano fino dal 1250. Si ricamavano così le vesti, si facevano collari, corone, borse e l’arte del decorare con perle abiti e accessori si diffuse sempre più.

Nel quattrocento e nel cinquecento, il ricamo veniva considerata una vera e propria arte.

Ricamare significava dipingere con ago, perchè con l’ago qualsiasi ornamento per quanto complesso nella sua composizione, ogni storia, per quanto ricca di figure e accessori, veniva dipinta con ago e filo , così come il pittore dipinge su tela con i pennelli. A Venezia la consorteria dell’arte dei pittori, riconosceva artisti anche i ricamatori.

Nei musei e nelle collezioni private si trovano delle importantissime opere d’arte ricamate a mano in quel periodo.

Le arti italiane del Rinascimento erano vive e feconde sorgenti di cultura e civiltà. La ricchezza di cui erano circondate alimentava uno sforzo nobile e alto. Molte famiglie nobili incentivarono e promossero l’arte del ricamo, basti pensare agli Sforza, i principi d’Este, i Gonzaga, i Montefeltro, i principi d’Aragona e dei Medici. Furono gli anni di maggiore fervore, dove le famiglie regali, le corti italiane del Quattro e Cinquecento apprezzavano e promulgavano la meravigliosa arte del ricamo. Le donne in particolar modo favorirono lo sviluppo delle arti ed in particolare di quelle decorative. Non c’è da meravigliarsi se i vestiti principeschi di questo secolo (‘500) sono stati adornati di sontuosi ricami.

Esempi di donne che all’arte del ricamo dettero forte impulso come Caterina de’ Medici, sposa a Enrico II figlio di Francesco I di Francia, Regina di Francia nel 1547, che riuniva intorno a sè varie gentildonne con le quali si occupava di tessuti e lavori d’ago, distinguendosi sommamente nell’esecuzione di quest’ultimi, e Isabella d’Este, marchesa di Mantova, donna di squisita eleganza e gusto raffinato che potesse e diffuse enormemente nella sua corte, l’arte del ricamo.

Nel Seicento e nel Settecento, secoli che seguirono gli splendori del Rinascimento, il barocco trionfa influenzando anche l’arte del ricamo.

Nel Seicento i panciotti degli uomini e le loro giubbe di seta venivano adornati con ricami colorati e fregi d’oro; l’arte del ricamo in questo secolo e in quello successivo fu molto praticata: a Roma, sia nella corte pontificia, sia nelle sacrestie delle basiliche più importanti, gli artisti lombardi continuarono a ricamare adornando paramenti sacri, stole, tende e tovaglie per gli altari delle chiese.

A Venezia il lusso dei patrizi nel Seicento e nel Settecento poteva paragonarsi con quello del Quattrocento e Cinquecento.

Tra le ricamatrici affermatasi in quel periodo ricordiamo la Pellegrini che nella prima metà del Seicento eseguì quadri d’arte con l’ago e la Baroni, di cui esiste al Castello Sforzesco di Milano la riproduzione di un quadro rappresentante una ” Madonna col Bambino”, eseguito a punto pittura. Dorotea Aromatori veneziana, che faceva con l’ago “le meraviglie che i pittori più diligenti e più vaghi fan col pennello” e Arcangela Paladini, pittrice, che gli storici citano sia per i suoi importantissimi quadri sia per i suoi meravigliosi ricami.

Durante la rivoluzione francese il lusso e gli sfarzi decorativi furono repressi, nacquero idee nuove che si opponevano alle frivolità del secolo passato.

Successivamente il ricamo rifiorì con influenze esotiche, nell’Ottocento. Fu il tempo in cui affioro’ il gusto dell’esotico, delle cose orientali, cinesi e giapponesi. La Cina ed il Giappone invasero il mercato europeo con le loro sete ricamate. I luminosi colori, il gusto dei motivi floreali: i ricami venivano incorniciati come fossero dipinti per adornare le case.

Nell’ 800 fiorirono in piemonte scuole di ricamo, ricordiamo il Ricamo Bandera: sul tessuto appiono motivi decorativi d’effetto ricercatissimo.

Anche nel 900 il ricamo viene apprezzato, la biancheria per la casa e capi di abbigliamento continuano ad essere ricamati a mano, l’industria tessile propone e fornisce nuovi tessuti oltre il raso e il velluto, tele e filati finissimi.

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